25 maggio 2012

Container (2006): il fascino del flusso di coscienza di una personalità folle o troppo normale


Container è un film svedese del 2006 scritto e diretto da Lukas Moodysson, che dimostra quanto il regista riesca a manipolare l'introspezione umana non lineare, attraverso personaggi contorti che vengono osservati e ascoltati in libertà, riprendendo in qualche modo le sperimentazioni cinematografiche fine anni '60.

Cosa significa? In Container vediamo scene casuali e caotiche di uomo grasso di mezza età e una esile ragazza, per lo più all'interno di una stanza, intenti nel fare nulla di sensato: mangiano cibo dai contenitori di carta stagnola, si sdraiano per terra e si rovesciano addosso un divano, si rotolano in un letto, ritagliano foto, camminano con un deambulatore per anziani, fanno bagni in vasche ricolme di spazzatura, sfogliano riviste di gossip, camminano una in spalla all'altro in garage con le luci rotte, giocano con modellini di insetti, bambole di feti, statuette religiose, esplorano piscine abbandonate, osservano primi piani su piccioni, candele, pioggia che cade al contrario.


Mentre vediamo tutto questo, ascoltiamo la voce della ragazza che sussurra, totalmente scollegata da quello che avviene sullo schermo. Ci racconta i suoi pensieri in un flusso di coscienza totale, saltando spasticamente dal suo essere una donna nel corpo di un uomo, star del cinema, sogni surreali, autografi di pornostar morte, date, numeri, elenchi di oggetti, disastri naturali, la felicità, la paura, ricordi d'infanzia, aste su ebay, un orologio delle Spice Girls, lettere scritte durante la seconda guerra mondiale, le feste vuote e chiassose, la non esistenza, Tom Cruise, coincidenze, yogurt, rinnegazione, la morte, stivali, sopravvisuti di chernobyl, celebrità e consumo.

Container è puro cinema sperimentale, ma non fine a sè stesso: è il fascino della mente umana nella sua libertà di associazione, esaltata da una personalità folle eppure profondamente lucida nella sua schizofrenia, sono gli infiniti poteri magici della coscienza che si porta da un argomento all'altro facendo comparire emozioni e ricordi.

Potete comprare il DVD di Container su Amazon UK a circa 12 euro, se apprezzate quello che si può creare con le immagini in movimento, l'audio e l'immaginazione al di fuori degli schemi tradizionali. In ogni caso, buona visione.



11 commenti:

  1. Mah, non so... Preferisco il flusso di coscienza per iscritto, perché rende lineare quello che non può esserlo, mentre il video ha più vie contemporanee... Si capisce? Non si capisce? Pazienza sono stanca

    RispondiElimina
  2. È tanto che non mi rifugio in Nord Europa, da vedere!
    Leggendo all'inizio avevo avuto l'idea proprio del fine a se stesso, ma la teoria delle attrazioni autostimolanti e il contrappunto di immagine e suono fila alla grande.

    Luigi

    RispondiElimina
  3. Non avevo ancora visto I video ... La tizia ha la mia stessa voce quando tento di parlare in inglese, pensavo che nessuno riuscisse ad essere così lento e sospiroso...

    RispondiElimina
  4. @Clyo: scritto il flusso è sicuramente più "comprensibile", su video e audio ci si perde nel suo navigare da un pensiero all'altro, il bello è anche quello, poi eventualmente lo si guarda più volte :) Effettivamente la voce è talmente sussurrata che a volte non si capiva bene cosa diceva ;P

    @occhio sulle espressioni: Moodysson è un regista interessante, fin ora di suo ho visto questo e "A Hole in My Heart" e mi sono piaciuti molto entrambi

    RispondiElimina
  5. Non intendevo fare una considerazione su quale dei due metodi fosse più comprensibile, ma sui metodi per "costruirlo". Probabilmente è anche più comprensibile in video perché si hanno a disposizione più canali in contemporanea, mentre con la scrittura c'è un lavoro diverso, di smistamento, selezione e ricompattamento che mi affascina di più.

    RispondiElimina
  6. bho... se lo scrivi e poi lo leggi, viene come in Container, in più ci metti delle immagini quasi a caso. Aspetto il tuo nuovo corto, sussurrato in inglese :U

    RispondiElimina
  7. Ma noo: è "scriverlo" che è complicato! Va beh...per ora sono afona (e nervosa), ieri ragliavo... ho scoperto di parlare così in inglese quando Mr. Fedo voleva che partecipassi ad un podcast coi suoi amici...inutile dire che ho rinunciato XD

    RispondiElimina
  8. Se parlano di roba nerd voglio sentire le podcast di Mr Fedo :O

    RispondiElimina
  9. hanno fatto forse 2 puntate e basta, non era facile organizzarsi per registrare: un italiano, un francese, un coreano e uno svedese, sembra una barzelletta.
    Lo svedese comunque è questo qui:
    http://pocketboyapp.blogspot.it/search/label/Sound%20Designer
    ha condotto per molto tempo uno dei podcast sui videogiochi più famoso in svezia.
    E tu hai mai partecipato ad uno di questi cosi nerd? ;)

    RispondiElimina
  10. Si ma dove le ascolto le 2 puntate? ;P Probabilmente ho partecipato a cosi simili, ma per conto di una delle mie personalità multiple segrete.

    RispondiElimina
  11. Dice che sono venute male e non vuole farle ascoltare...

    RispondiElimina

Supporto Morale

I link verso Amazon solitamente sono affiliati e se acquisti qualcosa potrebbero donarmi una percentuale. A te però non costa niente di più, evviva!