Comics Underground Japan è una raccolta di manga alternativi composta da
14 storie brevi pubblicate nel
1996 da
Blast Books grazie a un progetto curato da
Kevin Quigley. Ho aspettato qualche anno prima di poter finalmente mettere le mani su questo volume, perchè a un certo punto
era diventato raro e costava troppo, ma da qualche parte devono aver trovato una camionata di copie avanzate perchè a Novembre 2014 sono finalmente riuscito a comprarlo su Amazon a un
prezzo decente e
anche adesso lo vendono attorno ai 14 euro… e vi dico subito che se vi interessano mangaka strambi e poco conosciuti, vi conviene comprarne una copia prima che diventi di nuovo
introvabile.
Avevo già citato questa raccolta nel lontano febbraio 2014 durante il
post sui manga heta-uma, ma tra una cosa e l’altra sono riuscito a
leggerla solamente a marzo di quest’anno, il che denota quanto poco tempo abbia avuto negli ultimi 2 anni da dedicare alla lettura di fumetti. (Nel frattempo ho creato una
lista in inglese dedicata agli alternative manga per aiutare i lettori internazionali a trovare fumetti strani pubblicati in occidente). Ma non divaghiamo troppo.
Comics Underground Japan è un
volume da 220+ pagine in formato 18 x 1,5 x 25 cm, con una copertina (disegnata da
Suzy Amakane) che potete interpretare come preferite, con il buffo ominio che si pulisce il culo con i soldi e intanto si legge un fumetto mentre è al cesso su una latrina che si apre direttamente su l'universo. Al suo interno, troviamo le seguenti short:
Per alcuni di questi autori, la pubblicazione su Comics Underground Japan è
l’unica esistente in inglese, non è mai uscito altro di loro dal Giappone. Tutte le storie sono un concentrato di
nonsense, situazioni
bizzarre, personaggi
strambi, storielle
sconclusionate,
violenza gratuita,
sesso più o meno consenziente, scenari
surreali, oscura
malinconia, molteplici
interpretazioni e un sano
umorismo di sottofondo che non si prende troppo sul serio (a parte il solito Suehiro Maruo, che come forse ho già scritto da qualche parte non riesce a piacermi proprio perchè sembra prendersi troppo sul serio). Credo sia
inutile fare un riassunto delle “storie” raccontate dai vari autori, perchè c’è poco da dire e in ogni caso ognuno può vederci un po’ quello che vuole.
La
qualità che si trova in Comics Underground Japan non è tanto quella intrinseca in ogni singola short, che anzi in alcuni casi non ho apprezzato particolarmente, ma è quella del suo
valore globale come vetrina e archivio storico di tutta una
scena underground (appunto) che viene scansata dalla gran parte dei lettori di fumetti. In queste brevi storie disegnate spesso in maniera “brutta ma geniale" (heta-uma, appunto) c’è tanto da apprezzare
al di là del segno e delle convenzioni. Il volume è un insieme di occasioni per provare a leggere qualcosa che nel male o nel bene, dovrà farvi riflettere sul perchè un fumetto vi piace oppure no e su tutta l’infinita varietà creativa che ci viene preclusa.
Oltre alla curiosità e all’interesse nel leggere in inglese altri
manga di autori dimenticati dalla scena fumettistica popolare, la caratteristica che mi ha fatto amare definitivamente Comics Underground Japan è la fantastica
sezione storica e biografica dedicata ai suddetti autori e all’ambiente socio-culturale che li circonda. Molte delle informazioni raccolte da Kevin Quigley erano difficilmente rintracciabili in altro modo, finchè Baka-Updates Manga non ne ha copiata una parte nel suo database.
A introdurre il volume troviamo un approfondimento storico sulla
nascita di Garo, la leggendaria rivista Giapponese di manga alternativi pubblicata da
Katsuichi Nagai usando le prime opere di
Shirato Sampei, qualche ricordo sul periodo di impatto dell’
onda Gekiga, sfogo artistico per quegli autori che volevano allontanarsi da tratti e storie per il grande pubblico, e ulteriori dettagli sempre apprezzati sul
collettivo punk-dadaista guidato da
Teruhiko Yumura (Terry King) che ha dato luce a tutto l’heta-uma.
Insomma, Comics Underground Japan è una
raccolta dall’importanza storica ed estetica, che riesce a offrire qualcosa di nuovo anche a
più di 20 anni (!!!) dalla sua uscita in America e a
più di 30 anni dalla pubblicazione originale in Giappone di alcune di queste opere. E’ sempre impressionante vedere come un volume di questo tipo pubblicato nel 1996
non sia stato seguito da molti altri progetti simili (se non episodi sporadici come
AX: Alternative Manga, di cui comunque non è mai uscito il secondo volume, fuck!) dove dare spazio e una traduzione ufficiale in inglese a tutte quelle storie brevi di autori random che hanno
illuminato qualche pagina di Garo fin dagli anni ‘60. Buona lettura.