8 febbraio 2011

Definizione di arte? Che cosa è?

E' possibile definire quella cosa chiamata "arte"? E' possibile stabilire oggettivamente cosa è "arte" e cosa invece non lo è?

Per prima cosa bisognerebbe delineare il concetto di arte. Possiamo azzardarci a dire che l'arte è una qualche creazione dell'uomo (musica, disegno, fotografia, oggetto, composizione, ecc.) in grado di suscitare delle emozioni in altri uomini. L'arte sarebbe quindi un concetto del tutto soggettivo, che non può essere definito da regole o modelli, poichè la sua capacità di emozionare è legata indissolubilmente alla singola persona che prova o non prova determinate sensazioni.

Se teniamo buona questa definizione, cadiamo però in un certo problema. Come mi ha fatto notare una persona acuta, se l'arte fosse soggettiva, allora anche le più tristi creazioni commerciali potrebbero essere definite "arte", poichè riescono a suscitare un qualche tipo di "emozione" in determinate persone. Ad esempio, la boy-band creata a tavolino per vendere gadget alle ragazzine: sicuramente tocca delle corde emotive nel suo pubblico superficiale, ma sarebbe giusto anche solo pensare che quelle canzonette possano essere "arte"?

La definizione di arte dovrebbe quindi essere meglio specificata: l'arte è una qualche creazione dell'uomo in grado di suscitare delle vere emozioni in altri uomini aventi una profonda sensibilità e riflessività.

L'arte continua ad essere un concetto soggettivo, ma non assoluto. Ben sappiamo che non tutte le persone sono in grado di provare delle vere emozioni totalmente personali. La massa cade spesso nell'errore di credere che quello che prova e che vuole, sia frutto della sua volontà. Niente di nuovo.

Dobbiamo anche tenere in considerazione che il creatore di una musica, un dipinto, un libro, un ecc. potrebbe non avere alcuna intenzione artistica, ma la sua realizzazione potrebbe lo stesso suscitare delle vere emozioni e quindi essere arte. Potrebbe davvero esserci dell'arte in una boy-band, senza che il reparto marketing che l'ha creata ne fosse a conoscenza. Forse una persona sensibile potrebbe scovare una serie di note davvero geniali in quelle canzonette banali. Tutto è possibile nella profonda soggettività artistica.

Per una persona profondamente sensibile e riflessiva, tutto può quindi essere arte: un tappo di sughero, un muro sfregiato, un foglio di carta tagliato esagonalmente, un rumore involontario, dei pixel semoventi, la foto di un piede, il filmato di un vecchio che tossisce, un taglio di capelli, un calorifero giallo. L'arte non è una caratteristica dell'oggetto in sè, ma una capacità umana.

Un paesaggio naturale può essere definito come arte? No, quella è natura, è naturalmente emozionante, non c'è creazione ma solo vita che scorre. Certo, il tempo e la pioggia possono modellare una roccia ed un uomo può emozionarsi davanti a quella roccia, ma senza l'intromissione umana, manca la creazione (ripeto, volontaria o involontaria. Anche un piatto rotto per sbaglio può essere arte). Per un qualche paradosso, lo stesso sasso modellato dalla natura e visto attraverso le immagini di un film che un altro uomo ha registrato, diventa arte. Un puro parere personale.

Sempre seguendo il discorso senza senso, non possono quindi esistere dei "critici d'arte" ma solo dei "critici dell'uomo". L'unico modo per studiare l'arte è analizzare la psicologia, l'emotività, la sensibilità, la riflessività, la razionalità umana dalle quali scaturiscono quelle emozioni che ci portano ad amare l'arte. Allo stesso tempo quindi, in realtà gli artisti non esistono, esistono solamente persone sensibili e riflessive capaci di raccogliere emozioni dall'esterno.

Nota Atemporale: se per qualche motivo hai trovato curiose queste parole indisposte, puoi rileggerle e conservarle in forma fisica nella tua libreria, insieme a tante altre storie dal simile gusto rivoluzionario. Trovi il libro contenente tutti questi scritti di We Are Complicated su Amazon.

Lo stesso concetto di arte viene ripreso anche in questo video dedicato alla questione di arte e videogiochi:


10 commenti:

  1. ma dai, non c'erano state risposte?

    l'arte è la sensibilità nell'uomo, ho vinto qualcosa? :P

    RispondiElimina
  2. quando eri qui avevamo detto una cosa del tipo: quindi in fondo l'arte non esiste, esistono persone sensibili. Hai vinto dei cookies al cocco che ti faranno cambiare idea sul cocco :P

    RispondiElimina
  3. Ciao. Arrivo qui da un link di clyo. Il post mi interessa. La tua conclusione è che tutto può essere arte, l'importante è avere una certa sensibilità. Scrivi che "L'arte non è una caratteristica dell'oggetto in sè, ma una capacità umana." Beh, mi sembra la prima delle considerazioni da fare, talmente semplice che in realtà non andrebbe nemmeno fatta. È la mente dell'essere umano che rende significativo qualcosa.
    Forse avevi in mente la provocazione dell'arte contemporanea che a tutti appare incomprensibile e inutile?

    Più che altro secondo me il discorso è perchè un'opera che viene definita (da chi se ne intende, a quanto pare; e chi sarebbero queste persone che se ne intendono?) d'arte io non la comprendo. Non ho la sensibilità necessaria perchè mi arrivi la sua bellezza? E perchè la sua bellezza non mi arriva? Quanto siamo diversi e in cosa io e quell'opera d'arte (o meglio, la sensibilità dell'artista?)? Ci sarebbe insomma un conflitto che andrebbe capito, ci dobbiamo confrontare meglio. Ma molto probabilmente è preferibile passare oltre e fermarci su ciò che ci piace..

    Riguardo l'ultimo paragrafo: gli artisti non sono proprio le persone sensibili e riflessive di cui parli? Altrimenti i cosiddetti artisti chi sarebbero? (a parte, talvolta, dei cialtroni, ma per questo non c'è bisogno di essere tanto creativi :)
    L'unico modo non tanto per studiare l'arte ma per afferrare meglio un'opera d'arte, secondo me è studiare la cultura in cui è stata creata e in cui si percepisce.

    Spero di non aver confuso troppo le cose.

    ciao.

    RispondiElimina
  4. Grazie per il tuo commento, è sempre utile sentire altri pareri su questo discorso! :)
    Purtroppo la prima considerazione non è così scontata, altrimenti non esisterebbero i musei, luoghi di archivio arbitrario dove la gente va perchè qualcuno o qualcosa gli ha detto che l'arte è lì dentro, bella non per una sensazione mentale personale ma per convenzione ;P Ma forse non centra molto, dopotutto sono utili degli "archivi" di creazioni umane che potrebbero andare perdute, anche perchè possono davvero essere belle per molti! Mmmh, allora mettiamola così: non è scontato perchè non tutti ci hanno mai pensato, come possiamo averlo fatto noi. Per "arte" contemporanea, ma per "arte" in generale, abolirei proprio la parola "arte", sarebbe forse il caso di indicare quel qualcosa con "oggetto / creazione che smuove la mia sensibilità più interiore e personale" o simili?
    La bellezza di una cosa, come si dice, è negli "occhi" di chi guarda, e non avendo tutti gli stessi "occhi", vediamo la bellezza in posti diversi :)
    Gli artisti, non esistono :) Esiste come dici la cultura e la società e i singoli individui con i loro singoli gusti, esperienze e capacità!

    RispondiElimina
  5. Premetto che il discorso in generale è complesso (non vorrei sembrasse che voglio semplificare e dare giudizi definitivi!)

    Lasciando stare l'arte contemporanea e anche quella moderna, i dipinti di Caravaggio sono convenzionalmente belli perchè qualcuno ha deciso così oppure perchè nella loro composizione ha espresso qualcosa di, diciamo, significativo?
    Le cose belle obbediscono a dei canoni oppure non obbediscono rompendoli e creando un canone nuovo. Il punto è che per te non esiste una bellezza superiore alle altre, tale che quell'opera può ricevere la qualifica di arte (che appunto per te non esiste); i musei in linea di massima non dovrebbero esserci e ognuno decide per sè. Per me, e non si tratta di "sottostare" ad una convenzione che fa comodo a qualcuno, non possono non esistere opere più belle di altre che esprimono un senso di vicinanza ad un'idea e una sensazione di compiutezza e perfezione; esprimono la rappresentazione di bellezza non solo di un'epoca ma anche della natura umana.
    Se gli artisti e l'arte non esistono, allora non esiste nemmeno la Storia. È vero che non si riesce mai ad imparare dal passato (altrimenti oggi saremmo tutti persone pressocchè perfette..), ma si tende ad un ideale che poi permette di non vivere nell'inciviltà totale.

    Voglio vedere se dopo aver ascoltato un Notturno di Chopin, poi mi dici che l'ultimo cd di Ludovico Einauidi è più bello :) Sicuramente possono piacere entrambi, ma il primo si avvicina di più ad emozioni più vive (non più vere), e se non piace al primo ascolto... diciamo che serve esercizio :)

    ciao.

    RispondiElimina
  6. I dipinti di un Caravaggio sono "belli" per chi ha un gusto estetico che si avvicina a quello che lui creava, mentre per altri con diversi gusti, quegli stessi quadri potrebbero non dire nulla :)

    Secondo me esiste una bellezza superiore alle altre, ma è sempre soggettiva, quindi ogni singola persona dovrebbe avere il suo "museo" personale in cui salvare tutte le opere "che smuovono la sua singola sensibilità umana". In effetti se ci pensiamo, i musei sono sempre un po' insufficienti, archiviando si e no 1/10.000.000 delle opere umane create ogni giorno :U

    Per la storia bho, il tempo passa quindi il passato è storia? :D

    Non posso dire di conoscere bene ne Chopin ne Enaudi, ma come scritto nel post originale, è più "corretto" conoscere e studiare le persone, poi se queste raggiungono il nostro livello umano, possono apprezzare Chopin più o meno di Enaudi, ma saremo sicuri della loro capacità di emozionarsi davvero e quindi di sentire quella cosa che qualcuno definisce come "arte" :)

    RispondiElimina
  7. No, le creazioni davvero valide non lasciano indifferenti. Tutto è differenza dall'altro e mai due cose sono totalmente paragonabili. Solo che per esprimere un giudizio soggettivo fai uso di un sistema di misura che è sicuramente tuo e personale, ma non del tutto; esiste una porzione di oggettività o quanto meno uno slancio verso l'oggettività che ci è utile per esercitare la soggettività (non ci siamo eh? :).

    Chopin meglio o peggio o uguale ad Einaudi (è un esempio, beno male sai di chi parlo): fino ad un certo punto c'è il gusto e fino ad un certo punto ci sono dei criteri che prescindono da esso. Se nè del gusto si può dire niente, e se nemmeno dei criteri si possono stabilire, allora non parliamo proprio e teniamoci tutto per noi :P
    Se il senso di bellezza che indichiamo in un'opera racconta in realtà solo di noi stessi, penso che inevitabilmente ognuno tende a raccontare se stesso all'interno di un racconto che includa anche gli altri, e per fare questo cerca e/o crea dei punti di riferimento. È tutto soggettivo, relativo, si ma si vive in una società (quale e quanto grande, boh), in un ambiente multiculturale, e un'identità è inevitabile darsela.
    Per me come non può esistere un completo assolutismo, non c'è nemmeno un completo relativismo.

    Poi, insomma.. meglio pensare ad altro :D
    ciao

    RispondiElimina
  8. Probabilmente sarebbe corretto parlare di "oggettività a gruppi" nel senso che esistono "creazioni" che possono "oggettivamente" piacere a tutte le persone (sensibili e riflessive) appartenenti a un gruppo più o meno vasto, che per motivi più o meno random hanno sviluppato un simile gusto. Ad esempio, io potrei adorare una performance degli Hanatarash perchè la considero davvero valida, mentre un'essere umano cresciuto in diverse abitudini sociali ma altrettanto sensibile e riflessivo potrebbe vederla come una grandissima porcheria ;P

    Altro punto, i criteri: chi stabilisce i criteri? Se sono criteri arbitrari, naturalmente un'opera può essere o meno adattabile a questi criteri, ma la sua qualità varrà solamente per coloro che fanno propri tali criteri.

    La questione secondo me è proprio che nulla è stabilito precisamente, è lo stesso concetto del relativismo gnoseologico secondo cui "la conoscenza si basa non su criteri oggettivi, ossia che tutti riconoscano come certi, ma unicamente soggettivi, essendo priva di punti sicuri di riferimento" ( http://it.wikipedia.org/wiki/Relativismo_gnoseologico ). Questo non vuol dire che niente si può dire del gusto o dei criteri perchè questi non vengono riconosciuti da tutti, anzi è proprio il contrario: i gusti sono la cosa più stimolante di cui si possa discutere, sopratutto se sono differenti, perchè l'obiettivo è conoscersi, non corrispondersi :)

    Sono d'accordo sul fatto che non può esistere un completo assolutismo e non c'è nemmeno un completo relativismo, quello che noi consideriamo "arte" è un giusto mix tra esperienze sociali e personali, e proprio per questo tanto unica quanto la differenza del nostro essere rispetto agli altri :)
    Se hai tempo e voglia, magari lasciami qualche commento anche agli altri articoli che ho scritto nelle "domande retoriche" su questo blog, mi è sempre utile qualche commento costruttivo come i tuoi per ragionarci meglio!

    RispondiElimina
  9. Avevo ricontrollato nei giorni successivi se c'era una tua risposta (anche se pensavo di aver chiuso il post con la mia) ma dev'essermi scappata oppure avevo dimenticato di vedere (come accade... ed è anche per questo che cerco di commentare poco in giro, perchè poi non ritrovo più il blog :).


    Ok, "oggettività a gruppi". Allora parliamo del gruppo "Civiltà Occidentale". Troppo grande? :)
    Lasciamo stare Caravaggio (di cui ci siamo stancati) e prendiamo Bach: non è un punto di riferimento? Non dico che è oggettivamente bello ma che ha piegato il linguaggio musicale in modo esemplare creando qualcosa da scoprire e studiare. Era un punto di riferimento (non so bene fino a quali limiti) per Mozart... pensa te. Poi appunto c'è Mozart, poi Beethoven.. i cosidetti mostri sacri, che possono anche non piacere (nessuno si offende) ma che una definizione di musica l'hanno data. Chi compone penso non possa prescindere da loro (Igor Stravinskij non poteva prescindere da loro tant'è che ha ribaltato un pò di cose).

    "L'obiettivo è conoscersi, non corrispondersi" scrivi. Beh si, però se ci si corrisponde anche non è che me ne fuggo :)

    Le persone vogliono vivere in società e non essere solo fonte compiaciuta del proprio relativismo, penso.
    Un certa oggettività esiste, abbiamo capito che siamo d'accordo :) Del resto affermare che tutto è solo relativo, non c'è verità assoluta e che tutto cambia, equivale a stabilire che questa è una regola assoluta, o no?
    E allora riparte tutto daccapo.


    Gli Hanatarash sono avanti di due secoli, per questo fanno quella musica, perchè oggi nessuno è abbastanza sensibile. Eh!

    RispondiElimina
  10. A volte vivere in società non è semplice se la società generale ha gusti e interessi troppo differenti da quelli personali, ad esempio difficile riuscire a interagire con un gruppo di persone che il lunedì mattina parlano di partite di calcio se tu non sai neanche bene di che colore è il pallone. In questo senso ci sono 2 possibilità: o sforzarsi di avvicinarsi ai gusti degli altri per poterci interagire, oppure trovare degli altri-altri che abbiano interessi e discorsi più simili a quelli personali.
    In ogni caso, forse è più "l'argomento" in comune che serve (sport, musica, ecc.) piuttosto che il "gusto specifico" (quale squadra o gruppo musicale). Si può interagire molto bene con chiunque ami davvero la musica anche se i suoi gusti siano alquanto diversi dai propri! :)

    RispondiElimina

Supporto Morale

I link verso Amazon solitamente sono affiliati e se acquisti qualcosa potrebbero donarmi una percentuale. A te però non costa niente di più, evviva!