23 gennaio 2012
Visitor Q (Bijitâ Q): disgregazioni famigliari portate all'eccesso della metafora
Visitor Q (Bijitâ Q in Giappone) è un film del 2001 diretto da Takashi Miike, in cui il regista si diverte a mostrare i limiti dei legami parentali, per creare un'opera poetica nella sua indecenza.
Il film non è decisamente per tutti, pur non mostrando scene realmente estreme (poteva anche fare di peggio / meglio a seconda dei punti di vista), i temi trattati rimangono particolarmente avversi allo spettatore medio: incesto, violenza famigliare, patologie relazionali, necrofilia, assuefazioni narcotiche, fontane di latte umano che allagano cucine.
Ma attenzione: le situazioni riprese da Takashi Miike non sono fini a sè stesse. I temi trattati sono delle meravigliose metafore di una disgregazione sociale e famigliare, problemi di comunicazione deformati a dismisura, una mancanza di empatia che giunge fino al nichilismo totale verso gli altri esserei umani, che siano sconosciuti, amici o parenti. E' la storia di una famiglia come tante altre insomma, trasfigurata nell'eccesso fisico che diventa simbolo di comuni incomprensioni fra padri, madri, figli e il resto del mondo.
Il padre è un giornalista fallito che pur di trovare uno scoop filma la giovane figlia scappata di casa, che si prostituisce con uomini più o meno anziani, fino a sedurre lo stesso genitore per un po' di soldi. Non si fa scrupoli nemmeno a registrare di nascosto il figlio mentre viene picchiato e schernito dai compagni di classe. L'apoteosi della sua follia di successo la raggiunge strangolando una ex-collega di lavoro, per poi penetrare il suo corpo freddo su di un celofan per serre, facendosi filmare e rimanendo incastrato nel rigor-mortis in una scena talmente surreale da perdere ogni disgusto.
La madre ormai tossica viene picchiata con violenza dal figlio, che sfoga le sue repressioni e le violenze subite con triste cattiveria. L'unica consolazione della donna rimane la droga, che si procura prostituendosi con uomini di mezza età amanti del sadomaso.
In questa pesante situazione morbosa, solamente l'intervento di un personaggio esterno, un visitatore misterioso che si stabilirà nella loro casa nella più totale apatia (?), potrà sconvolgere l'eccesso per riportare tutti a un folle equilibrio. Il "Visitor Q" renderà le loro vite ancora più psicopatiche, creando una pace famigliare nata dalla condivisione della loro totale decomposizione personale.
Visitor Q è un film che non si prende mai sul serio, mostra situazioni del tutto assurde ed eccessive con lo scopo di scuotere la riflessione sui rapporti interpersonali, riuscendo in questo modo a narrare una splendida storia di condivisione e contatto umano.
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Supporto Morale
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Mi sembra interessante.. anche se a volte resto inorridita da certe cose, è il genere di film che mi piace guardare! :p
RispondiEliminammm... non so...è necessario usare certe scene forti per riscuotere un po' di emozioni o interesse nelle persone, siamo davvero così insensibili ormai?
RispondiEliminaTra l'altro mi sembra un po' "requiem for a dream"
@Nyu: alla fine di tutto, anche nelle scene più "drammatiche" di Visitor Q non si può che sorridere per quanto Miike sia riuscito a renderle surreali. E lo dice uno che ancora non è riuscito a trovare il coraggio di vedere Ichi the Killer :D
RispondiElimina@Clyo: non è necessario usare scene forti e anzi per esprimere le stesse cose ci sono espedienti più semplici, ma è molto più difficile (e geniale imho) riuscire a creare una poesia di condivisione dadaista partendo da idee totalmente disumane. Credo che Visitor Q sia molto più leggero da vedere rispetto a Requiem for a Dream, anzi sicuramente, pur se gli argomenti trattati possano sembrare più scabrosi :)
Forse è il partire da cose disumane che mi disturba. In linea generale mi disturbano gli espedienti troppo macchinosi per arrivare a concetti semplici. Boh, non posso giudicare non avendolo visto e magari sto parlando di tutt'altro, sono solo mie impressioni.
RispondiEliminaTakashi Miike è un regista folle che mi piace praticamente sempre benchè delle volte nei suoi film ci siano dei trip mentali che difficilmente si comprendono. Non conoscevo questa pellicola e vedrò di recuperarla perchè mi ispira parecchio.
RispondiElimina@Clyo: eventualmente se vuoi tentare di vederlo, prova e poi al massimo lo spegni se disturba :)
RispondiElimina@Deimos: aggiungerei anche che è un regista che lavora troppo, quasi escono 2 film all'anno...
Takashi Miike mi piace parecchio come regista e sto cercando anche di proporlo alla Dolce Metà che però c'è rimasto malissimo su Ichi the Killer (il suo primo film che gli ho fatto vedere) e per ora non vuole saperne più ç__ç
RispondiEliminaTra l'altro devo sempre vedere Crows Zero II (sono un disastro ho una marea di roba a da vedere e troppo poco tempo per vederla)
RispondiElimina@Acalia: certo che se come primo film fai vedere Ichi the Killer, ci credo che poi non si fida del resto! :D La lista di cose da vedere è sempre infinita, poi bisogna anche trovare il giusto tempo in cui si ha voglia di vedere quella determinata cosa invece di altre :P
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