26 marzo 2014

Perchè i Problemi Non Esistono?

i problemi non esistono

Aristotele dovrebbe aver scritto o detto “Se il tuo problema si può risolvere, perché ti preoccupi? Se invece non si può risolvere, perché ti preoccupi?” e un’aforisma molto simile sembra provenire anche da Lao TzuSe hai un problema e puoi risolverlo è inutile che tu ti preoccupi, se non puoi risolverlo è altrettanta inutile la tua preoccupazione”.  In queste “filosofie” si parla di problemi e preoccupazioni, senza però approfondire meglio (per quanto si possa poi approfondire un’aforisma) cosa succede quando un problema è irrisolvibile. André Gide invece scrisse: “Non esistono problemi; ci sono soltanto soluzioni. Lo spirito dell'uomo crea il problema dopo. Vede problemi dappertutto”.

A questo punto andiamo a citare anche Emil Cioran: “Fa bene pensare che stiamo per ucciderci. Non esiste oggetto di riflessione più riposante: già a sfiorarlo ci si allarga il cuore. Meditarci su rende liberi quasi come l'atto stesso. [...] Quante volte mi sarò detto che senza l'idea del suicidio, ci si ammazzerebbe subito!” e ancora  “Nessun pensiero più traviatore ne più rassicurante del pensiero della morte. E' probabilmente a causa di quella duplice qualità che lo si rimugina al punto di non poterne fare a meno. Che fortuna incontrare, nello stesso tempo, un tossico e un farmaco, una rivelazione che vi uccide e vi fa vivere, un veleno corroborante”. Problemi e morte o la morte come problema finale.. o forse la morte è la soluzione?

Quali sono i problemi esistenziali dell’uomo? I problemi arrivano da bisogni che non vengono soddisfatti e possiamo dividere questi bisogni in primari e secondari. I bisogni primari sono quelli che servono fisicamente all’uomo per sopravvivere in salute, come cibo, acqua, una casa in cui ripararsi dal freddo, vestiti, cure igieniche e mediche. I bisogni secondari sono quelli che servono mentalmente all’uomo per vivere bene con soddisfazione: amici, amori, interessi, qualità dei bisogni primari (un uomo può forse sopravvivere mangiando solo patate e acqua, ma sicuramente vive meglio con una dieta più equilibrata).

I bisogni secondari sono più o meno “gratuiti” nel senso che nella maggior parte dei casi non abbiamo bisogno di (molti) soldi per soddisfarli: gli amici e gli amori si conoscono parlandoci, gli interessi possono essere soddisfatti gratuitamente o a prezzo ridotto (libri in prestito in biblioteca, canzoni, film, giochi e fumetti in offerta o scaricati online, ecc.). I bisogni primari, la loro qualità e la qualità di alcuni bisogni secondari hanno invece bisogno di soldi per essere soddisfatti e migliorati: comprare ingredienti per il cibo, mantenere una casa, medicine o esami clinici per problemi di salute non risolvibili in altro modo, oggetti o servizi migliori relativi ai nostri interessi, ecc. I più grandi problemi dell’uomo di oggi sono quindi problemi economici?

Naturalmente ogni problema esistenziale ha davanti a sè una serie infinita di possibili soluzioni, innumerevoli tentativi per tornare a vivere serenamente, che richiedono più o meno impegno, più o meno fortuna. Esistono problemi così complessi da non avere soluzione?

Quale può essere una situazione problematica in cui, dopo aver provato tutte le possibili soluzioni con ogni sforzo di cui siamo capaci, non rimane più nulla da fare? Ad esempio una persona che perde entrambe le gambe in un incidente, perde il lavoro, non ha una casa, senza parenti ne amici e non sa come sopravvivere. Potrebbe andare a chiedere le elemosina ma quando prova a mettersi sui marciapiedi per cercare qualche soldo, viene cacciato dai barboni che già presidiano quella zona. Mettiamoci anche qualche malattia grave che gli provoca dolori atroci. Come può risolvere il suo problema? A meno di fortune casuali o filantropi di passaggio, questa vita di dolori senza uscita potrebbe trovare sollievo nel nulla della morte, con un veloce suicidio.

Quante persone possono arrivare a questo punto così estremo dove sembra non esserci più altra soluzione? Anche ogni perdita di lavoro, attività necessaria a sopravvivere e soddisfare i bisogni primari in un mondo basato sugli scambi economici, può trovare innumerevoli soluzioni pratiche: vivere in  cohousing, trasferirsi da parenti o amici stretti, imparare a risparmiare veramente, andare a rubare come Robin Hood, diventare esperti del freeganismo, mettersi a coltivare verdure e allevare polli in giardino o in qualche terra abbandonata, ecc. ecc. Naturalmente questo modo per soddisfare bisogni primari come la casa o il cibo può non portare a una migliore qualità degli stessi (vivendo in tanti in una casa piccola non si vive bene) ma se esistono comunque le basi per trovare soddisfazione in questa vita (a casa c'è poco spazio, ma posso uscire e leggere il mio libro preferito) allora il problema primario è “risolto”, fino a che non si trova un nuovo lavoro o una migliore soluzione.

Immaginiamo anche un esempio meno estremo e più astratto: un uomo di 70 anni, sua moglie è morta e anche tutti i suoi migliori amici sono ormai scomparsi o dementi, faceva il musicista e la musica è la sua sola passione ma ormai ha perso completamente l’udito. Ha una pensione minima che gli permette di sopravvivere in qualche modo, ma senza amore, amici e interessi ormai la sua vita ha perso (per lui) ogni senso. Il suo problema non è fisicamente doloroso e può continuare a vivere materialmente, ma potrebbe decidere che non ha senso continuare in questo modo e anche in questo caso scegliere il suicidio come soluzione. Si può benissimo ricollegare questo discorso all’eutanasia, che sicuramente è approfondita meglio da qualche altra parte sul web.

Alla fine di questa dispersione dove siamo arrivati? Perchè i problemi non esistono? Quando ci troviamo davanti a un problema, questo non esiste perchè possiamo sempre risolverlo, con una buona soluzione, con l’aiuto di qualcuno, con il nostro impegno, con un po’ di fortuna e nei casi in cui questo problema è davvero grave, doloroso e insormontabile, noi esseri mortali abbiamo sempre la possibilità di trovare la soluzione assoluta nel pacifico nulla della morte.

Come sempre, mi preservo la facoltà di riscrivere, modificare, ampliare e tagliare queste idee in futuro, se mi sono dimenticato qualcosa o avete qualche idea e obiezione, aspetto i vostri commenti qui sotto :P

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5 commenti:

  1. Io ho un problema. È forte di costituzione, bello paffutello e si nutre di insoddisfazione. Evito di dargli delle soluzioni perché potrebbe stare male, addirittura morire... Poverino.

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  2. Io cerco sempre di scansare eventuali problemi, se sono insormontabili mi arrabbio e prendo a calci qualcosa.. le soluzioni "estreme" non sono il mio genere!

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  3. Personalmente credo che il problema di fondo non siano i problemi in sé e per sé ma la preoccupazione per i suddetti problemi. Un problema può essere qualunque cosa (anche solo alzarsi dal letto il lunedì mattina per andare al lavoro) ma è il preoccuparsi per esso che provoca angoscia, panico, dolore.

    Anche il tuo 70 enne, quello sordo, con la moglie e gli amici morti. Se lui non si preoccupasse del suo stato potrebbe trovare nuovi interessi e/o altre cose da fare: il suo problema è che si preoccupa dei suoi problemi invece di accettarli in quanto tali e lavorare di ingegno su soluzioni o metodi per aggirarli.

    In alcuni casi (tipo l'esempio del barbone amputato di entrambe le gambe e con una malattia dolorossissima) il suicidio può diventare una soluzione. E viene accettato quando il personaggio smette di preoccuparsi dei suoi problemi!

    È la preoccupazione che rende un problema importante. Ergo, la filosofia di vita più efficace, secondo me, è quella Aristotelica (o, dicendole in versione in chiave dineyiana, quella di Baloo: "ti bastan poche briciole e i tuoi malanni puoi dimenticar!" o di Pumba e Timon: "Hakuna Matata"!).

    Ritengo che tutto il tempo speso a preoccuparsi o sia tempo speso male. E di tempo io ne ho fin troppo poco, per cui non mi va proprio di spenderlo così!

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  4. Acalia, certe volte il problema è che non si ha la forza di trovare soluzioni, si vuole raggiungere la pace nel modo più diretto possibile.

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  5. @Clyo: a quel punto se è preferibile non risolvere il problema, forse il problema non è così grave (nel senso che se non lo risolvi, comunque vivi lo stesso) e l'unica via di salvezza è evitare di preoccuparsene se la situazione rimarrà quella (come dice Acalia) :P

    @Nyu: a volte i calci funzionano, per diversi tipi di problemi...

    @Acalia: se si trova un modo per non preoccuparsi e si riesce comunque a vivere, allora non è quella la soluzione? Anche per il 70enne, lui non è preoccupato, ha già fatto tutte le sue considerazioni del caso ed è molto tranquillo nel ripararsi nel nulla, perchè per lui è la soluzione ideale. Sicuramente un problema da più "fastidio" quando provoca preoccupazioni, ma se esiste sempre una soluzione, allora esiste anche sempre una non-preoccupazione

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